20 gennaio 2012: METTI UN PRANZO AL BUIO!

E già, G.O.L.D.Vis rilancia! Per la prima volta nella sua storia, la giovane associazione con sede a Verona si è cimentata nell’organizzazione di un pranzo invece dell’ormai usuale cena al buio. Non bastasse, graditi ospiti presso la Colonia Alpina di Pedavena (provincia di Belluno), già teatro di iniziative ottimamente riuscite, sono stati 30 ragazzi di età compresa tra i 17 e i 18 anni, età mai coinvolta fin a questo momento, catapultati per un paio d’ore, sabato 14 gennaio, in una dimensione a loro completamente sconosciuta.
Sotto l’aspetto organizzativo, il pranzo al posto della cena non comporta differenze sostanziali: se da un lato l’oscuramento dell’ambiente risulta più difficoltoso, dall’altro il compito delle cameriere si rivela meno faticoso da sostenere.
Alla vigilia i responsabili di GOLDVis erano preoccupati dall’esuberanza connessa con l’età dei commensali e invece:
“Ancora una volta” – spiega Maurizio Mariotto, presidente GOLDVis ed usuale anfitrione in queste occasioni – “i giovani ci hanno piacevolmente smentito e sono stati molto disciplinati. Hanno ascoltato con interesse le riflessioni proposte e sono intervenuti con domande appropriate ed intelligenti. Hanno insomma capito ed apprezzato le motivazioni che ci inducono ad organizzare questi eventi che non hanno alcuna pretesa di risolvere i problemi della categoria dei non vedenti o di ottenere risultati eclatanti, ma semplicemente si propongono di creare momenti idonei a far conoscere un po’ il nostro modo di affrontare la vita.” Mariotto si riferisce certamente ad alcuni articoli di giornale e ad alcuni blog in internet in cui iniziative simili vengono stigmatizzate e prosegue: “Nel nostro ambiente molti sono contrari alle cene al buio e sinceramente non capisco il perché. Ritengo che sia importante invece cogliere ogni occasione per parlare dei nostri problemi e farlo mettendo chi ascolta, anche se solo per un paio d’ore, nelle nostre condizioni ottenendo risultati molto più incisivi. . Del resto questa mia opinione è supportata dal consenso pressoché unanime delle centinaia di persone che hanno partecipato alle ormai numerose cene di questo tipo che abbiamo organizzato. Per molti anni ho parlato ai ragazzi di tante scuole di ogni ordine e grado ritenendo che sia importantissima l’informazione e tuttora lo faccio quando mi si offre la possibilità. Anche le cene al buio servono allo stesso scopo e, per la mia esperienza maturata in tanti anni, posso affermare che sono molto più efficaci. Si tratta senz’altro di un’esperienza molto pregnante, in quanto permette di vivere in prima persona una nuova situazione, compiendo il più quotidiano dei gesti e sperimentare la capacità di risolvere i problemi pratici in situazione di difficoltà. Gli avventori, infatti, sono serviti da persone prive della vista, che prestano il proprio tempo libero alla realizzazione di eventi simili, contrariamente a quanto si sta insinuando da più parti. A tale proposito lo stesso Maurizio Mariotto precisa: “Per noi non si tratta né di un’occasione di lavoro né di una forma di finanziamento per la nostra associazione”
Nella fattispecie, è opportuno ricordare che uno degli scopi di G.O.L.D.Vis è la realizzazione di iniziative che promuovano l’immagine della persona priva della vista nella società e, se viene riscontrato che una cena (o un pranzo) al buio assolva meglio a questo compito rispetto ad una sterile conferenza basata esclusivamente su chiacchiere, magari belle, forbite, ma pur sempre chiacchiere, allora siano le benvenute!